Il teatro fa bene a chi lo vive, e questo è un fatto comprovato.
Assistere a uno spettacolo, o ancor meglio prendervi parte, è un'esperienza che aiuta ad entrare in contatto con le nostre emozioni e ad esprimerle, esortandoci a creare un legame con altre persone e con noi stessi. Per questo da molti anni ormai si parla di efficacia terapeutica del teatro: l'atto teatrale rappresenta un fenomenale strumento di coesione sociale e scoperta personale.
Già Aristotele, 2300 anni fa esprimeva il concetto di catarsi, osservando come l'arte sia uno strumento in grado di "sollevare e purificare l'animo". Più di recente, il Dottor Bernie Warren, Professore di Drammaturgia a Windsor e Drammaterapeuta, ha scritto questo:
“Alcuni autori sono arrivati a suggerire che tra arti e società esiste un legame inscindibile: perciò, la salute di una società si riflette nella sua attività artistica, e viceversa. Analogamente, si è detto che l’esercizio del diritto a produrre la propria impronta creativa può essere considerato come indice di salute dell’individuo. (...)
Insegnando alle persone a vedere ciò che le circonda, a esprimere le loro emozioni, (...) queste persone hanno maggiori opportunità di conoscere se stesse e il loro diritto di essere rispettate e di volersi bene.”1
Partendo da questi assunti fondamentali, i Dipartimenti di Salute Mentale dell'Azienda USL dell'Emilia Romagna hanno voluto sviluppare - a partire dal 2009 - un programma di valorizzazione di esperienze e produzione artistica relative alla salute mentale. Cosa significa esattamente? Significa utilizzare le straordinarie potenzialità del teatro per migliorare la qualità della vita di chi soffre di disturbi psicologici e favorire una cultura dell’integrazione e dell’emancipazione delle varie “diversità”.
Così è nato MoviMenti - Teatri della Salute, un progetto corale a cui il Centro Diego Fabbri ha aderito con entusiasmo.
L’incontro tra l'arte teatrale e la psichiatria si è rivelato fertile per entrambi i mondi e continua tuttora a dimostrarci come la salute mentale, quando si sposa alla cultura, riesca a concretizzarsi nel benessere comunitario. Proprio come proposto dagli obiettivi del progetto:
- favorire lo scambio di esperienze e saperi, creando un ponte fra salute mentale e cultura
- migliorare la comunicabilità delle esperienze nel campo della salute mentale
- promuovere interventi in grado di contrastare fenomeni di cronicizzazione, immobilità e regressione negli utenti dei servizi di salute mentale
- avviare un processo volto a consolidare una rete di relazioni positive costruite sul territorio tra le realtà che si occupano di volontariato, cultura, educazione e salute
Grazie al supporto della Regione Emilia Romagna e alla collaborazione dell'Università di Bologna - Dipartimento Interpretazione e Traduzione, MoviMenti ha raggiunto risultati a dir poco significativi, capaci di incrementare attivamente sia il benessere degli individui che partecipano al progetto, sia quello delle rispettive collettività.
Inoltre, la sinergia delle forze e delle sensibilità messe in campo ha permesso di realizzare prodotti culturali di indubbio valore artistico, e, soprattutto, caratterizzati da una fortissima rilevanza sociale e relazionale.
1) La citazione è tratta da "Arteterapia in educazione e riabilitazione", Erikson, 1995.