La prima edizione del Premio di scrittura teatrale dedicato al noto drammaturgo forlivese risale al 2004. Nasce dalla forte volontà di promuovere la nuova drammaturgia e la circuitazione di opere creative e innovative. Quest'anno, grazie alla vittoria nel Bando Europeo, il Premio diventa internazionale e allarga i suoi confini.
Gli obiettivi e le prospettive del Premio sono i seguenti:
- stimolare l’emersione di nuovi scrittori per il teatro
- favorire l’allestimento del testo vincitore
- agevolare la circuitazione dello spettacolo a livello nazionale
In ogni edizione del Premio Diego Fabbri, è sempre stato pubblicato un Bando nazionale. Per poter essere ammesso al concorso, un elaborato deve essere originale, inedito e mai rappresentato. I testi, inviati al Centro Diego Fabbri, vengono vagliati da una giuria di studiosi ed esperti che ne seleziona tre. Questi ultimi vengono affidati ad attori e registi che li presentano in forma di lettura drammatizzata in tre serate al Teatro Diego Fabbri di Forlì, dove vengono sottoposti al giudizio di un’ampia giuria popolare.
Proprio questa è una delle caratteristiche più innovative e distintive del premio (conservata anche a livello europeo). La scelta di puntare su una giuria popolare per il giudizio finale traduce la volontà di rendere partecipe in prima persona lo spettatore, colui che - in fin dei conti - è chiamato davvero a decretare il successo di un'opera teatrale. E colui che il Centro Diego Fabbri da sempre cerca di coinvolgere e formare.
Il testo che risulta vincitore assoluto, decretato dalla votazione popolare, viene poi affidato per la produzione a una Compagnia professionistica che ne cura l’allestimento e la circuitazione, fino al raggiungimento di almeno trenta repliche su territorio nazionale, condizione indispensabile per l’erogazione del premio.
Nelle corso delle tre edizioni finora realizzate, sono pervenuti più di 500 elaborati provenienti da tutto il territorio nazionale, dimostrazione questa di una diffusa e fervente attività creativa in ambito drammaturgico. Proprio ciò che il premio intende valorizzare e portare in superficie, nello spirito di Diego Fabbri.
La Prima Edizione
Il Premio di Scrittura Teatrale Diego Fabbri esordisce nel 2004 e decreta la vittoria di La Cuoca, spettacolo scritto da Mario Zucchi e messo poi in scena dal figlio, Augusto. E non è certo un caso che in questa commedia briosa e impegnata si parli di padri e figli, di età diverse che si incontrano e, ovviamente, d'amore. A recitare sul palco, accanto al mostro sacro Ray Lovelock, la forlivese Eleonora Mazzoni, tornata al teatro dopo la parentesi di Elisa di Rivombrosa. L'esordio al Teatro Diego Fabbri è di quelli speciali, con 500 spettatori che applaudono convinti, tra cui il sindaco di Forlì e quattro assessori.
La Seconda Edizione
Il Premio torna una seconda volta nel 2006 e a vincere è Adriano Bennicelli, con Radice di due. Una storia d’amore e matematica, che racconta la paura di invecchiare.
In scena ci sono Tom e Gerri, l’uomo e la donna… bambini, adulti, vecchi. A interpretarli, i bravi Michele La Ginestra ed Edy Angelillo, diretti dall'estro di Enrico Lamanna. Lo spettacolo è brillante, con risvolti dolci-amari, pensato per sorridere e riflettere assieme. Ed è un grande successo.
Dopo il trionfo nel Premio, l'opera viene replicata 134 volte in tutto il territorio nazionale e nel settembre 2009 rappresenta l'Italia a Santiago del Cile in occasione del Festival de Dramaturgia Europea Contemporànea. Davvero un risultato straordinario.
La Terza Edizione
Siamo nel 2011, proprio in occasione del Centenario dalla nascita del drammaturgo forlivese. Per questo l'edizione del Premio del 2011 è particolarmente significativa, proponendosi come parte integrante nelle celebrazioni ufficiali.
A trionfare è Cashmere, WA di Leonardo Staglianò. Classe 1978, unico italiano ad essere ammesso, con borsa di studio, all'Università Tisch di New York, Leonardo trascorre due anni a studiare sceneggiatura presso la prestigiosa università americana da cui sono passati Scorsese e Spike Lee, che ancora ci insegna. Dopo aver collaborato con varie case di produzione statunitensi, Staglianò torna in Italia e partecipa al Premio Diego Fabbri con un'opera intensa e toccante: la storia di Ryan, 18 anni, un ragazzo che vive in Alaska e passa le sue giornate scavando una galleria per raggiungere la costa all’estremo Nord. Ryan ha fatto una promessa: deve "afferrare le luci dell'aurora boreale e portarle a casa", la stessa casa in cui è morta la madre.
Lo spettacolo è stato presentato in anteprima al Teatro il Piccolo nel settembre 2013, durante Tramedautore - Festival Internazionale della Nuova Drammaturgia organizzato da Outis a Milano.